Maria Muldaur: la voce che ha portato un’oasi di soul nelle classifiche
- Sergio Basilico

- 12 set
- Tempo di lettura: 2 min
Nel giorno del suo compleanno, celebriamo la cantante americana e il fascino senza tempo di Midnight at the Oasis, brano simbolo scelto per la playlist di questa settimana in Soul Collection.

Maria Muldaur è una di quelle artiste che hanno attraversato i decenni con grazia e coerenza, mantenendo intatta la loro autenticità. Nata a New York nel 1943, iniziò giovanissima a frequentare il Greenwich Village negli anni d’oro del folk revival, cantando blues e gospel nei piccoli club e collaborando con figure leggendarie come Bob Dylan, John Sebastian e David Grisman.
Dopo l’esperienza con il Jim Kweskin Jug Band e la collaborazione artistica e personale con l’allora marito Geoff Muldaur, Maria intraprese la carriera solista. Fu proprio il suo primo album del 1973 a regalarle la canzone simbolo della sua carriera: Midnight at the Oasis. Il brano, con il suo tocco sensuale e raffinato, scalò rapidamente le classifiche raggiungendo la Top 10 di Billboard e divenne una delle tracce più amate della decade. Non a caso, la rivista Rolling Stone lo definì “un invito al sogno e al desiderio sotto forma di canzone”.
Il brano non è solo una hit da classifica, ma anche un piccolo gioiello capace di evocare atmosfere intime e raffinate che ancora oggi conservano intatta la loro magia.
Ma la carriera di Maria Muldaur non si fermò a quel successo. Negli anni ha esplorato il jazz tradizionale di New Orleans, il gospel e soprattutto il blues, collaborando con grandi nomi come Bonnie Raitt, Dr. John e Ry Cooder. Una curiosità affascinante: nel corso degli anni 2000 ha dedicato diversi album a pionieri del blues femminile, come Bessie Smith e Memphis Minnie, contribuendo a riportare alla luce il repertorio di artiste spesso dimenticate.
Oggi Maria Muldaur continua a esibirsi, a incidere dischi e a portare in giro la sua passione per la musica americana nelle sue forme più autentiche. Nel giorno del suo compleanno, Soul Collection celebra la sua arte inserendo Midnight at the Oasis nella playlist della settimana: un classico che, mezzo secolo dopo, non smette di far sognare.








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